Reality transurfing

I libri sul reality transurfing di Vadim Zeland sono tra i più stupefacenti che io abbia mai letto. Zeland è un personaggio davvero misterioso, si sa molto poco di lui (per esempio che è un fisico quantistico) e si rifiuta di rilasciare interviste. Nei suoi libri più famosi (lo spazio delle varianti - il fruscio delle stelle del mattino - avanti nel passato) vengono affrontate varie tematiche tutte affascinanti e legate da un filo conduttore. 
Oggi voglio parlarvi in particolare di un concetto che mi ha colpita molto, ossia la differenza tra desiderio, intenzione interna ed intenzione esterna. 

Quando si parla di desiderio si ha una vaga idea di cosa si vorrebbe raggiungere senza però avere la certezza o almeno la convinzione di riuscire un giorno a raggiungere quel desiderio, né si fa nessuna azione, rimane come una vaga speranza che accada. 

Con l'intenzione interna invece si ha un desiderio e si intraprendono delle azioni per raggiungerlo. Ossia io mi impegno ogni giorno, faccio tutto quello che è in mio potere, ci metto tutte le energie possibili e un giorno raggiungerò il mio obiettivo... forse. L'azione è l'elemento chiave dell'intenzione interna. Ed è anche il nostro modo abituale di pensare e di ragionare, secondo quanto ci è stato insegnato dalla nostra società e cultura.

Con l'intenzione esterna invece io semplicemente scelgo di avere quello che desidero, sarà poi l'ambiente esterno a portarmi sullo spazio delle varianti (ossia le infinite possibilità che ci possono essere nella nostra vita) in cui io vivo quel desiderio. Senza nessuno sforzo, senza dispendio di energie e senza fare nulla. Mi affido e so che succederà. Punto. Attenzione però, bisogna spostarsi nello spazio delle varianti gradualmente. Ossia io posso spostarmi da una variante ad una immediatamente vicina, e arrivare poco alla volta a quella finale. Quindi la scelta è la determinante dell'intenzione esterna.

Zeland fa un esempio molto chiaro per descrivere il fenomeno. Immaginate una finestra per metà chiusa e per metà aperta, ed una mosca che vuole uscire dalla stanza in cui si trova, va verso la luce e finisce per sbattere contro il vetro della metà finestra chiusa, non si rende conto che c'è un vetro e continua a sbattere contro la finestra con il desiderio di uscire fuori. Senza mai riuscirci (vi è mai capitato di vedere qualche mosca che si comporta così?). Questo è il primo caso del desiderio puro. 
Nel caso dell'intenzione interna, la mosca fa quella che a noi può sembrare la cosa più logica, ossia usa le sue forze, ci pensa, si chiede cosa può fare, insomma usa il cervello e decide di tornare indietro in modo da avere una visuale più ampia, si accorge quindi che metà finestra è aperta e decide di volare in quella direzione. 
Infine nel caso dell'intenzione esterna la mosca non fa nulla, semplicemente sceglie di volare verso il suo obiettivo (uscire dalla stanza) e mentre di dirige verso la finestra questa si spalanca davanti a lei. 

Per riuscire a fare ciò, bisogna credere che tutto il mondo cospiri a nostro favore, tutte le energie sono positive e benevole, è difficile lo so, il mondo sembra andare nella direzione opposta, eppure questa è la soluzione. Non è facile e ci vuole allenamento, ma Zeland garantisce il risultato. 
Ovviamente come dicevo ci si può muovere solo su varianti delle possibilità vicine, così per esempio se voglio fare il medico e mi vedo già dottore, dovrò prima fissare degli obiettivi intermedi come gli esami universitari, la laurea e la specializzazione. E tutto andrà per il verso giusto. 
E' anche possibile che una persona non conosca gli step intermedi da percorrere, in quel caso dovrà semplicemente scegliere l'obiettivo finale e man mano che va avanti si paleseranno quelli intermedi. 

Questo articolo vuole essere uno spunto su un argomento che reputo molto interessante, da approfondire leggendo i libri di Zeland. 

Cosa ne pensate di questa teoria? Scrivetelo nei commenti, mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione.