Essere felici è bello


Che cos’è la felicità e come funziona.


La felicità è soggettiva, non esiste in assoluto e non è uguale per tutti, possiamo tuttavia definirla come uno stato mentale ed emozionale di benessere definito da emozioni piacevoli che vanno dall'essere contenti alla gioia. Questo stato mentale dipende dal nostro approccio a una varietà di fattori, biologici, psicologici, economici, religiosi, sociali, e agli avvenimenti che ci accadono.
Prima di approfondire l’argomento sulla felicità, per poterla meglio comprendere, è bene capire il suo opposto, ossia perché siamo tristi. Se la felicità è uno stato di benessere psicologico ed emozionale e, permettetemi di aggiungere, anche fisico (a me capita che quando sto male fisicamente non riesco ad essere felice… o sto male fisicamente proprio perché non sono felice? Questo è un vero dilemma, però le due cose sono sicuramente collegate) perché mai dovremmo essere tristi?

Quello che differenzia noi esseri umani dagli animali è il pensiero astratto. Il pensiero astratto ci permette di ideare e costruire grandi opere, in tutti i settori, ci permette di immaginare cose non ancora inventate, di sognare ad occhi aperti. Ed è sempre lo stesso pensiero astratto che ci porta a dare un significato soggettivo ed emozionale alle situazioni esterne. Così come il pensiero astratto è creativo, può essere anche distruttivo. Lo è quando immaginiamo una conseguenza catastrofica ad un evento della vita, o quando lo rivolgiamo contro noi stessi, quando siamo ipercritici nei confronti di noi stessi, quando pensiamo di non farcela o di non valere, quando ci confrontiamo con gli altri o con i modelli che la società ci impone.

Abbiamo tutti i nostri bisogni, i nostri schemi, le nostre abitudini.
Quando non riusciamo a soddisfare le nostre esigenze fisiche come mangiare, dormire, muoverci, o avere un riparo, difficilmente riusciamo ad essere felici. Infatti la base della nostra felicità sta proprio nella soddisfazione dei bisogni fisici, o primari. Ma questo per noi esseri umani moderni non più è sufficiente, abbiamo elaborato in millenni di storia umana dei principi simbolici che vanno oltre la soddisfazione fisica e che diventano completamente astratti, elaborati, mentali.

Questi principi sono le credenze, i valori, gli usi e i costumi. Noi ci comportiamo in base ad essi e quindi tendiamo non più a soddisfare i nostri bisogni reali, ma quelli astratti ed esterni a noi. Le persone sono infelici perché ci sono standard sempre più alti da soddisfare. Inevitabilmente ognuno di noi è chiamato ad andare avanti, senza sapere se e quando raggiungerà il punto finale.

Ritorniamo ad esaminare la felicità

Dopo aver visto le cause della non felicità vediamo ora quali sono le cause della felicità.
Sappiamo di essere felici quando proviamo una serie di emozioni di benessere, tra cui gioia, orgoglio, soddisfazione, gratitudine. La felicità viene spesso definita come un benessere soggettivo, e viene determinato semplicemente chiedendo alle persone quali emozioni di benessere (o malessere) influenzano la loro vita.
Considerando che secondo una ricerca il 50% della nostra felicità dipende dai geni, il 10% dalle circostanze della vita, il restante 40% dipende dalle nostre attività quotidiane. Personalmente non conosco come funzionano i geni, so però che possiamo allenare il nostro modo di vivere e di interpretare gli accadimenti della nostra vita, di conseguenza siamo noi a scegliere di provare emozioni di felicità o di infelicità difronte ad uno stesso evento. La scelta può essere consapevole o inconscia, sta a noi lavorare per renderla consapevole, così da poter scegliere di essere felici. Quindi un evento che ci accade non ha un valore emozionale assoluto, ossia non è detto che difronte ad un evento tutti siano felici o tristi, ma dipende da come noi lo affrontiamo, e il modo di affrontarlo possiamo stabilirlo noi stessi. 

Faccio un esempio, finisce una storia d'amore, la classica situazione che crea tristezza, se noi a questo evento gli diamo un valore negativo, con pensieri del tipo: "ah non troverò mai più una persona così", "solo con lui/lei ero felice", "adesso sono solo/a", "io non valgo per questo è finita" e via dicendo, se invece osserviamo i nostri pensieri possiamo scegliere di pensare qualcosa di diverso come ad esempio: "questa persona mi ha insegnato tante cose e gli sono grata/o", "è stata un'esperienza che mi ha arricchito e come tutte le cose ha un termine", "ora ho delle nuove consapevolezze che mi rendono pronta/o per conoscere nuove  persone", "anche se con lui/lei è finita io sono degna/o di amore". 
Cambia completamente vero? Ok lo so, non è semplice quando si è totalmente coinvolti in una situazione del genere, ma non è impossibile. Comunque ci sono delle azioni che possiamo mettere in atto, in qualsiasi situazione anche difficile, basta un po' di buona volontà.
Quindi in pratica cosa possiamo fare per essere felici?

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